Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817)
di G.W.F. Hegel
Traduzione e commento di F. Biasutti, L. Bignami, F. Chiereghin, G.F. Frigo, G. Granello, F. Menegoni, A. Moretto
Dopo la traduzione di Logica e metafisica di Jena (1804/05) si presenta ora quella della prima edizione dell’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, pubblicata da Hegel a Heidelberg nel 1817; alla traduzione farà poi seguito una raccolta di saggi che ne illustrerà e commenterà il contenuto. L’Enciclopedia di Heidelberg può essere considerata a buon diritto come il punto terminale di un periodo di gestazione straordinariamente lungo, se è vero che i primi tentativi di organizzare un «sistema della scienza» possono essere fatti risalire fino agli inizi del 1800. Sono diciassette anni di incessante rielaborazione di un disegno di sistema, durante i quali appare nel 1807 unicamente la prima parte, la Fenomenologia dello spirito, cui viene affidato un ruolo sistematico che proprio la pubblicazione dell’Enciclopedia come totalità organica in sé compita del sapere contribuisce a mettere in crisi.
Nel presentare al pubblico la propria opra, Hegel ricorda l’occasione e il fine che lo hanno indotto alla stesura dell’Enciclopedia. Da un lato c’è «il bisogno di dare in mano ai miei uditori un filo conduttore per le mie lezioni di filosofia»; dall’altro vi è la consapevolezza che l’opera stessa è un «tentativo di fornire un’introduzione o un contributo» alla soddisfazione dell’interesse per la verità. Il carattere limitante sia della finalità didattica sia di un tentativo solo introduttivo non impedisce che Hegel consideri questa sua opera come un’esposizione in grado di stabilire «una nuova elaborazione della filosofia secondo un metodo che, come spero, verrà riconosciuto come l’unico vero, identico al contenuto». La verità del metodo non soffre quindi dei limiti imposti a un’elaborazione più dettagliata del contenuto, ma la necessità di conciliare entrambi questi aspetti è la chiave per intendere lo stile dell’opera, l’ordinamento e la suddivisione delle sue parti, la concisione e insieme l’estrema densità della scrittura hegeliana.