Presentazione
In: Hegel’s Philosophy as Metatheory XLVI , No. 1 ( 2017 )
Sezione Book Symposium
Keywords: kant, ferrarin, powers of pure reason
Abstract
Un estratto dall’introduzione:
Richiamandosi ad una nota immagine di Schiller, con The Powers of Pure Reason. Kant and the Idea of Cosmic Philosophy, Alfredo Ferrarin si presenta al lettore nelle vesti di un mendicante post-kantiano, in tensione tra contrastanti sentimenti di perplessità e di gratitudine, che costituiscono il motivo soggettivo della scrittura di questo libro. Prima di tutto, è il testo kantiano ad essere causa di perplessità: la Critica della ragion pura appare come un’opera piena di ambiguità e con qualche contraddizione; intrisa di un vocabolario impreciso; redatta in un lasso di tempo prolungato; raccontata attraverso dicotomie che rispecchiano più una scelta narrativa che vere opposizioni di contenuto. Ad aggravare una certa oscurità, accanto a parti inalterate, nella seconda edizione compaiono revisioni parziali e aggiunte, che talvolta intaccano la coerenza generale di alcune sezioni dell’opera. Inoltre, il ruolo della prima critica e l’ambito teorico della sua validità vengono progressivamente modificati con lo sviluppo del pensiero di Kant e con lo strutturarsi della definitiva configurazione triadica (ragione teoretica, pratica, Giudizio) nella quale il progetto critico kantiano è andato tramandandosi. Tuttavia, se tali difficoltà e contraddizioni traspaiono e vengono messe in luce lungo tutto il libro, Ferrarin non si affretta a dipanarle e a liberarsi della perplessità che ne deriva.